Le regole dell'ispirazione


[ articolo pubblicato su Maintenant
testata on-line che ho conosciuto per caso 
e per fortuna 
e che consiglio a tutti. 
Il link dell'articolo originale è questo
mentre quello del sito è questo ]


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L’ispirazione per questo articolo mi è venuta mentre ero a Firenze, ad una serata dedicata alle lesbiche. Non so di preciso come mai proprio in quella situazione. Forse il mio senso artistico cercava una scusa per evadere da tutta quella birra. Sì, birra ovunque, tutta insieme, concentrata in un unico buco che poi consisteva in un baracchino sulle rive dell’Arno.

La verità è che alle lesbiche piace la birra. L’ho scritto davvero? Scusate. Volevo dire: la verità è che non c’è un momento preciso in cui arriva l’ispirazione, e nemmeno delle istruzioni precise da seguire. Quando ti coglie lo fa e basta, e tu devi essere veloce a buttarti nel processo di creazione, o quantomeno devi appuntarti su un post-it quello che ti è venuto in mente. Un post-it che, se sei fortunato, non perdi.

Resta il fatto che non ci sono modalità per contattare l’ispirazione, né per fare in modo che lei si conceda facilmente e subito. Tutto il contrario di una squillo professionista, per dire - un’occupazione a cui finiscono per ambire tutti coloro che aspirano alla scrittura ma passano i pomeriggi a fissare i loro monitor assolutamente vuoti.

Certo, è anche vero che ci sono dei luoghi e dei momenti della giornata che favoriscono l’illuminazione creativa. Per esempio, molti grandi cantautori affermano di lavorare meglio di notte. Io affermo - o affermerei se qualcuno me lo chiedesse - che le più grandi idee mi vengono in bagno. E forse questa è la ragione per cui non scriverò mai niente che possa avere un qualche successo editoriale, e forse è anche la ragione per cui mia sorella si mette a piangere quando entro in bagno.

Ad ogni modo alcune cose le ho capite, e si riassumono nelle due regole dell’ispirazione che cerco qui di riportare, nella maniera e nel linguaggio più scientifici possibile:

1. La velocità con cui arriva l’ispirazione è inversamente proporzionale all’intensità con cui l’ispirato fissa il foglio bianco
2. L’intelligenza dell’idea che l’ispirazione ci suggerisce è inversamente proporzionale all’urgenza della consegna

Ne concludo che atrofizzarsi in attesa dell’ispirazione o ossessionarsi dal non pervenire di un’idea geniale sono attività inutili, forse addirittura dannose. Molto meglio ingannare il tempo in altre maniere. 

Magari facendosi una Tennent’s. 

Le lesbiche hanno veramente capito tutto.


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